Arriva la Cometa Pan Starrs, ecco i consigli utili per osservarla

panstarrs3_h_partb2013, l’anno delle comete: “Affascinanti, con una lunga chioma e… imprevedibili”. Se alcuni astronomi le definiscono così, come dive di Hollywood, un motivo c’è. E la C/2011 L4 Pan-Starrs, che dal 6 marzo sarà visibile nel nostro emisfero, non fa eccezione. Infatti, a dispetto delle previsioni dei mesi scorsi, che la annunciavano proprio come in un exit poll azzardato, “più brillante della stella più luminosa del cielo”, i dati raccolti finora, e quasi definitivi, rivelano un risultato diverso. La sua magnitudine (cioè il valore della sua luminosità) è calata di quattro punti rispetto ai calcoli stimati. Poiché si misura su scala logaritmica, una tale differenza significa che sarà circa 15 volte meno brillante di quanto pronosticato. Per fare un paragone noto a tutti: si vedrà ad occhio nudo, ma luminosa come la meno splendente delle sette stelle del Grande Carro.

Aspettiamoci comunque sorprese dell’ultimo minuto: proprio per la sua imprevedibilità, la  Pan-Starrs potrebbe regalarci uno spettacolo straordinario. Mentre la attendiamo (toccherà la distanza minima dalla Terra, 150 milioni di Km, il 5 marzo) ecco qualche informazione pratica.

Come, dove e quando osservarla.

Individuarne la posizione nel cielo è semplice: basta guardare nella direzione della luce diffusa del crepuscolo, appena dopo il completo tramonto del sole. Nella prima quindicina del mese, poiché sarà molto bassa sull’orizzonte, l’osservazione potrebbe però essere ostacolata da foschia, edifici, e tutto ciò che si interpone alla visuale.

Poi, col passare dei giorni, comincerà a salire sempre di più sulla volta celeste, attraverso la costellazione dei Pesci in direzione di Andromeda, rimanendo comunque a 10-15 gradi d’altezza. Arriverà al perielio, la distanza minima dal Sole, in questo caso 45 milioni di Km, il 10 marzo. Due giorni dopo, come mostrato dalla cartina, la cometa si troverà vicinissima a una sottile falce di luna crescente, dipingendo un quadretto davvero spettacolare.

Anche se visibile ad occhio nudo, il modo migliore per ammirarla è munirsi di un binocolo, così da apprezzarne ogni dettaglio: si riuscirà a distinguere bene il nucleo avvolto dalla lunga chioma (120.000 km) e la coda, molto più estesa, che potrebbe apparire grande il doppio della luna piena.

Cosa si vedrà.

Agli antipodi e in Sud America , dove è visibile da gennaio, la Pan-Starrs ha già esibito una maestosa coda con le doppie punte.  Avvicinandosi al Sole, gli strati esterni che avvolgono il nucleo, fatto di roccia e metallo, cominciano a sciogliersi e ad evaporare. Si liberano così molecole d’acqua, anidride carbonica, silicati e altre centinaia di composti diversi, anche organici, che formano la chioma. La radiazione solare però agisce in modo differente sulle particelle di polvere e di gas: le prime, più grosse e pesanti, sono leggermente meno deviate, mente il gas è completamente spazzato nella direzione del vento solare. Che oltre a illuminarlo, lo riscalda, facendolo emettere luce propria e conferendo così maggiore splendore e un diverso colore a un estremo della coda. Ecco perché appare doppia.

Di questo materiale staccatosi dal nucleo centrale, la cometa ce ne devolverà il due per mille circa, lasciando nello spazio minuscoli frammenti. Quelli della Swift-Tuttle, che passa ogni 135 anni, generano il fenomeno delle stelle cadenti di S. Lorenzo. Ma la C/2011 L4 Pan-Starrs non tornerà indietro: transitando così vicino al Sole, riceverà una forte spinta gravitazionale che probabilmente la farà uscire dal nostro sistema.

Si può fotografare con strumenti alla portata di tutti?

[banner size=”300X250″ align=”alignright”]Innanzitutto, siccome la  Pan-Starrs si troverà molto bassa sull’orizzonte, bisogna andare in un posto con la visuale libera ad ovest. Per ottenere buone immagini, con qualsiasi apparecchio, occorre un cavalletto e un cavo flessibile o telecomando per attivare lo scatto, in modo da minimizzare le vibrazioni. In alternativa, va bene un fermo piano d’appoggio su cui posare la macchina predisponendo l’autoscatto. A causa della rotazione della volta celeste, il tempo di esposizione non dovrà superare i 5”, con il diaframma aperto al massimo (da f/3.5 in giù) e sensibilità ISO dai 400 ai 1600. Purtroppo, il mosso dovuto a questo effetto sarà tanto più evidente quanto più si zooma sulla cometa, a meno di non avere obiettivi telescopici luminosissimi (e costosi). Il consiglio è sperimentare il maggior numero delle combinazioni sopracitate a disposizione della fotocamera (reflex, compatta o ibrida che sia), visionando subito le foto sullo schermo del PC o tablet  (meglio del piccolo retro display della macchina) per trovare il settaggio più adatto alla luminosità, condizioni meteo e caratteristiche del luogo.

(panorama.it)

Condividi subito L'Articolo!!!!