Un nastro luminoso protegge il nostro sistema solare

[banner size=”300X250″]Per la prima volta vengono tracciati con precisione i confini che separano il Sistema Solare dallo spazio interstellare. A tracciarli è un nastro scintillante che, forse, è un super scudo contro i raggi cosmici.

Il risultato è descritto in sei ricerche pubblicate sulla rivista Science. Ad una di esse ha partecipato l’italiano Stefano Livi, che lavora negli Stati Uniti, nel Southwest Research Institute e nell’università del Texas.

Secondo i ricercatori il nastro luminoso potrebbe essere il risultato dell’incontro fra il vento solare, ossia lo sciame di particelle che proviene dal Sole, e i gas e le polveri interstellari. Possibile grazie ai dati del satellite Ibex (Interstellar Boundary Explorer) della Nasa, la scoperta mostra che, in modo sorprendente, l’ambiente interstellare ha molta più influenza sulla struttura dell’eliosfera, ossia la bolla alimentata dal vento solare in cui è contenuto il nostro sistema planetario, di quanto creduto finora.

Rappresentazione artistica dell'eliosfera

Rappresentazione artistica dell’eliosfera

Nell’insieme, gli studi suggeriscono che l’eliosfera è completamente diversa da quanto immaginato: probabilmente per questo vi è stata tanta incertezza sul momento in cui la sonda Voyager 1 l’ha oltrepassata. Ad oggi, le uniche informazioni dirette raccolte dal cuore di questa regione di confine viene dai satelliti Voyager della Nasa. ”Le informazioni inviate dalla sonda mentre passava il confine sono coerenti con i dati di Ibex e mostrano che la Voyager ha attraversato un punto specifico di una striscia di particelle di questo tipo”, osservato Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Formato da particelle cariche di energia e neutre e mai previsto dai modelli che descrivono il Sistema Solare, il nastro potrebbe essere cruciale per comprendere come l’eliosfera ci protegge dai pericolosi raggi cosmici in arrivo dalla galassia.
”E’ un risultato notevole – ha rilevato Flamini – che ci aiuta a migliorare la comprensione dei confini del Sistema Solare e anche degli altri sistemi planetari”. In ogni sistema planetario, ha aggiunto, ”è la stella centrale che determina le condizioni della regione in cui risiedono i pianeti e gli altri oggetti che lo popolano, dove finisce l’influenza della stella finisce il sistema”.
Per questa ragione ”quando cerchiamo mondi in altri sistemi, in particolare intorno ad astri simili al Sole – ha concluso Flamini – sapere dove termina il nostro Sistema Solare ci può aiutare a capire fino a che distanza dalla stella possiamo aspettarci di trovare i pianeti”

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