NASA, Tra Venti Anni l’uomo atterrerà su Marte

[banner size=”300X250″]Tra venti anni l’uomo arrivera’ su Marte: e’ questo l’obiettivo della Nasa, e a spiegarlo ad un gruppo di esperti riuniti a Washington e’ il capo dell’agenzia spaziale statunitense Charles Bolden. ”La missione di portare l’uomo su Marte e’ oggi l’ultimo traguardo per l’umanita’ nel sistema solare, ed anche una priorita’ per l’America”, ha affermato Bolden durante la conferenza di tre giorni alla George Washington University dedicata alla conquista del pianeta rosso: ”Tutto il nostro programma di esplorazione e’ orientato al fine di raggiungere tale obiettivo”. Ad essere convinto dell’importanza della missione e’ anche il presidente Usa, Barack Obama, che ha gia’ proposto al Congresso di stanziare 17,7 miliardi di dollari alla Nasa per l’anno 2014.

Nonostante gli attuali vincoli di bilancio, l’amministrazione Obama resta impegnata per far si’ che gli Stati Uniti continuino a svolgere un ruolo dominante nell’esplorazione del pianeta rosso.

Rover Curiosity (NASA)

Rover Curiosity (NASA)

Dopo il rover Curiosity, atterrato su Marte lo scorso sei agosto, la comunita’ scientifica ha cominciato a prendere piu’ sul serio la promessa fatta dal presidente americano nel 2010, ossia che entro venti anni circa l’uomo avrebbe messo piede su Marte. ”L’interesse non e’ mai stato cosi’ elevato”, ha spiegato il capo della Nasa, precisando che nelle prossime settimane verranno scelti venti astronauti per essere formati ad un volo spaziale di lunga durata. Nel corso della conferenza sono stati analizzati anche i limiti: ”Ci sono dei gap tecnologici al momento che rendono difficile mandare l’uomo su Marte”, ha detto Bolden, precisando che secondo lui il progetto e’ attuabile entro il 2030. Per esempio, bisognera’ progettare un veicolo capace di viaggiare per almeno sette mesi fino a Marte. Inoltre secondo gli esperti saranno necessarie oltre 40 tonnellate di materiale, tra ossigeno, provviste e imballaggi vari, per permettere un ambiente a misura d’uomo. Oltre a robot necessari come riparo per proteggere gli astronauti dalle radiazioni, pari a circa cento volte quelle terrestri. Pascale Ehrenfreund, scienziato all’Astrobiology Institute della Nasa, ha dichiarato che considerando una missione con un soggiorno di qualche centinaia di giorni sulla superficie del pianeta rosso, il rischio di esposizione alle radiazioni e’ ”accettabile”. ”Questi ragazzi sanno che vanno incontro ad un rischio enorme, ma si sa, soprattutto per i primi viaggi, questo fa parte del gioco”, ha aggiunto James Reuther, vice direttore tecnologico dell’agenzia spaziale Usa. Nel frattempo diversi rivali puntano a battere sul tempo la Nasa: tra questi il miliardario americano Dennis Tito, determinato a diventare il primo viaggiatore privato ad andare nello spazio. Il suo progetto e’ quello di compiere l’impresa tra soli cinque anni, nel 2018, limitandosi pero’ a volare intorno al pianeta e non atterrando su di esso.

(Valeria Robecco) (ANSA)

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